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Oggi, 8 marzo, non possiamo che parlare di una ricorrenza e non di una festa. Quanto sta accadendo in Ucraina indica che l’uomo ha molta strada de fare, per potersi definire evoluto. Donne e uomini di ogni età stanno pagando con la vita e la sofferenza più grave, lo scotto di questa mancata crescita dell’umanità. Non puntiamo il dito solo su chi estremizza questi comportamenti violenti, ma osserviamo noi stessi e i nostri atteggiamenti nei confronti delle altre persone. Questa giornata, tutt’altro che una festa nel 2022, rimane un’occasione di profonda riflessione sulle prevaricazioni di esseri umani su propri simili.

La festa della donna è la ricorrenza che tiene alta l’attenzione e l’impegno, in tutto il mondo, sulla necessità di puntare alla parità di diritti tra uomo e donna e al riconoscimento del ruolo delle donne nella società. Non è una semplice ricorrenza del calendario, ma un evento importante, che si rinnova ogni 8 marzo nel suo significato, invitandoci a perseguire senza sosta i suoi obiettivi.

Obiettivi di questa ricorrenza

La festa della donna vuole ricordare ogni anno, quello che le donne hanno fatto nel corso dei secoli, in ogni luogo della terra, per contribuire alle società cui appartenevano e al suo rinnovamento.

Molte donne hanno speso la loro vita per contrastare il predominio degli uomini e costruire un mondo equo e inclusivo, nel quale la diversità è simbolo di ricchezza e non motivo di discriminazione.

Le conquiste sociali, economiche e politiche che le donne hanno ottenuto, sono il frutto della volontà tenace che deriva dal bisogno di giustizia, di equità e di autodeterminazione.

Perché è stata istituita questa ricorrenza?

Nel ‘900, molti eventi sono stati legati alla lotta per la rivendicazione dei diritti delle donne e all’istituzione della Giornata internazionale delle Donne.

Nel 1908, le operaie dell’industria tessile Cotton di New York rimasero uccise in un incendio. Questa data è simbolica, mentre un evento tragico accaduto successivamente, nel 1911, è in realtà l’origine della festa della donna. Si tratta di un incendio scoppiato sempre in una fabbrica di New York, nel quale si registrarono 146 vittime, fra cui molte donne. I fatti che hanno realmente portato all’istituzione della festa della donna sono in realtà più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto di voto.

L’istituzione ufficiale della Festa della donna

I primi semi risalgono a un Congresso della seconda internazionale socialista del 1907. La risoluzione finale dei lavori impegnava i partiti socialisti a “lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne” e, in breve tempo, si aggiunsero i temi relativi alle discriminazioni sessuali e allo sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie, in termini di salario e di orari di lavoro.

Fu il Partito socialista americano a decidere che era necessario celebrare una giornata della donna: La prima si tenne il 23 febbraio 1909.

A Copenaghen, nel 1910, fu avanzata la proposta di istituire a livello mondiale una giornata dedicata alle rivendicazioni femminili in termini di diritti. La mozione fu accettata, ma per alcuni anni la festa fu celebrata in modo discontinuo e in date diverse.

A San Pietroburgo l‘8 marzo 1917, durante uno sciopero di donne per chiedere la fine della guerra: i cosacchi incaricati di dare una lezione alle manifestanti risposero in modo molto blando e questo incoraggiò ulteriori manifestazioni.

A Mosca, nel 1921 durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, fu deciso che l’8 marzo sarebbe stato la “Giornata internazionale dell’operaia“.

La ricorrenza dell’8 marzo

La Giornata internazionale dei diritti della donna fu istituita dall’ONU nel 1977.

La vita quotidiana in un paese occidentale, dotato di un’ottima Costituzione, potrebbe far credere che la parità dei diritti tra uomini e donne sia un fatto assodato. Pur riconoscendo gli enormi passi avanti degli ultimi decenni, la realtà che possiamo osservare nella nostra società, sia con i nostri occhi che leggendo i fatti di cronaca, suggerisce di continuare l’attività di contrasto alla discriminazione verso le donne perpetrata dietro false spoglie, ogni giorno.

La festa delle donne non è la festa delle mimose, ma l’invito a continuare a percorrere un sentiero ancora molto lungo e impervio, ostacolato dall’ignoranza e dall’insensibilità sia degli uomini, ma anche di molte donne che grondano di maschilismo che, camuffato da “vero uomo”, annulla e mortifica il potenziale, le aspirazioni e la sensibilità femminile.

Diritti fondamentali come il diritto di votare, la possibilità di accedere al mondo del lavoro e all’indipendenza economica, il diritto a una vita sessuale libera e soddisfacente e a fare autonomamente le scelte della propria vita sono una novità per le donne, e sono ancora in vita molte di loro che hanno conosciuto la condizione di sottomissione legalizzata a un padrone di sesso maschile.

Solo per fare degli esempi ecco quando le donne di alcuni paesi della civilissima Europa ebbero accesso al voto.

Il diritto di voto alle donne fu introdotto nella legislazione internazionale nel 1948 quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti umani.

  • Repubblica Corsa – 1755
  • Granducato di Finlandia – 1907
  • Germania – 1918
  • Paesi bassi – 1919
  • Irlanda – 1922
  • Inghilterra – 1928
  • Spagna – 1931
  • Francia – 1944
  • Italia  – 1945
  • Svizzera – 1971

La violenza degli uomini sulle donne

La violenza sulle donne ha una sua ricorrenza specifica il 25 novembre di ogni anno, ma anche in questa occasione va ricordato il diritto fondamentale al rispetto e all’autodeterminazione, che viene sempre più spesso negato alle donne in Italia e in ogni altra parte del mondo, senza distinzione di ceto sociale o economico.

La violenza di genere è sempre esistita, ma in questi ultimi anni, il fenomeno è emerso in modo drammatico, anche se rimane per larga parte sommerso e confinato tra le mura domestiche. Infatti, la violenza si consuma quasi sempre all’interno della cerchia di persone che le donne conoscono molto e frequentano abitualmente. Un tempo li chiamavamo “incidenti domestici“; oggi assistiamo a un numero enormi di violenze consumate nei confronti delle donne. Il fenomeno è sempre lo stesso, ma ha cambiato nome: un uomo toglie a una donna il diritto di vivere senza paura, senza ricatti, senza insulti, senza pugni e calci, senza rispetto, senza dignità, depredandola per sempre della fiducia nella vita.

Uno sguardo al futuro

In occasione della ricorrenza dedicata alle donne dalla comunità internazionale, è opportuno ricordare che, dopo secoli di dominio maschile, il processo di eliminazione di ogni discriminazione legata al genere è ancora molto lungo.

Il rapporto è ancora sbilanciato in favore degli uomini anche se, almeno dal punto di vista normativo, si sono fatti passi in avanti. Le persone. però, sono ancora imbevute di abitudini, convinzioni e consuetudini che non consentono nemmeno di cogliere le infinite sfumature con le quali il maschilismo si manifesta.

Il contrasto alle tante forme che la discriminazione assume deve continuare, con un’attenzione speciale alle agenzie educative, cui vengono affidate le persone adulte del futuro. Ripongo la mia fiducia nei giovani, perché in loro riconosco la capacità di riconoscere e ascoltare i tanti segni di rinnovamento che anche grazie alla festa della donna si diffondono tra le nuove generazioni.

Famiglia, luoghi di lavoro e istituzioni sono i palcoscenici che vedono le donne in posizione svantaggiata rispetto agli uomini. Violenze, trattamenti diversi a seconda del genere, violazione dei diritti fondamentali dell’essere umano di sesso femminile, pregiudizi e stereotipi che ingabbiano le donne e le relegano in secondo piano: penso che tutto ciò sia sufficiente, affinché gli uomini, ma spesso anche le donne, si orientino verso un orizzonte equo e inclusivo, dove tutte le persone abbiano davvero le stesse opportunità di essere felici.