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La fiducia nelle nostre capacità è l’elemento fondamentale per poter affrontare la vita, assaporarne il gusto ed evitare di soccombere alle vicende avverse.

Un episodio della vita di Henry Ward Beecher (1813 – 1887), politico statunitense incluso nella prima lista di statunitensi facenti parte della Hall of Fame for Great Americans, è un esempio perfetto per mostrare come la fiducia nel proprio impegno e nelle proprie capacità, consenta di raggiungere i risultati che desideriamo.
Un giorno, il giovane Henry Ward Beecher fu interrogato dalla sua professoressa di letteratura, che gli chiese di ripetere di fronte a tutta la classe una poesia spiegata durante la lezione precedente. Titubante, ma consapevole di aver studiato sodo, il giovane Beecher si alzò di fronte a tutti i suoi compagni ed iniziò a ripetere.

Appena il tempo di pronunciare le prime strofe della poesia, che un ‘NO‘ categorico, scandito dalla severa professoressa, risuonò tra le mura dell’aula. Intimorito, il giovane Beecher ricominciò daccapo, ma ancora una volta arrivò il terribile NO. Umiliato, Henry si fermò e tornò a sedersi con lo sguardo fisso sul proprio banco.
Interrogato dalla professoressa, un secondo ragazzo, John, si alzò in piedi per recitare la stessa poesia. Ancora una volta, appena il ragazzo iniziò a ripetere, la professoressa urlò un secco NO. Il compagno di Beecher però continuò a ripetere, fino al termine della poesia. Una volta tornato a sedersi, la professoressa disse soddisfatta: Molto bene!.
Henry, irritato, protestò con l’insegnante: ‘Non è giusto, io ho recitato le stesse strofe di John‘.
La professoressa di letteratura, per nulla sorpresa, rispose al giovane Beecher: ‘Non è sufficiente conoscere la lezione, Henry, devi essere sicuro della tua preparazione. Quando mi hai permesso di fermarti, lo hai fatto perché non eri certo di esserti preparato a sufficienza. Se il mondo ti urla No, è tuo dovere rispondere Sì, e dimostrare le tue capacità.

Vediamo, dunque, alcuni aspetti che caratterizzano le persone quando stanno bene con se stesse, si sentono motivate e dinamiche, accettano i momenti di difficoltà e ripartono rapidamente dopo gli inciampi. Nel linguaggio comune diremmo che hanno una buona autostima.

Gli stati d’animo, i comportamenti, gli stati emotivi e le percezioni che seguono, vanno intesi come obiettivi da raggiungere, punti di arrivo frutto di un processo di trasformazione della coscienza di sé. Spesso, sento dire che bisogna lavorare su se stessi; il lavoro consiste in tanti piccoli e grandi gesti quotidiani che mirano a migliorare, sin da subito, il senso di autoefficacia. L’autostima si sviluppa nel circolo virtuoso costituito da (1) la fiducia che riponiamo in noi e (2) i risultati delle nostre azioni.
La fiducia nel fatto di avere delle risorse permette di agire partendo da piccoli gesti della routine quotidiana e attingendo a energie e forza di volontà proprie. I risultati rinforzano a loro volta l’agire quando sono positivi, o lo inibiscono quando sono negativi. Alcune ragionevoli considerazioni possono essere fatte a questo punto dalla lettrice e dal lettore.
Innanzitutto, se è proprio la fiducia a mancare, da dove si può cominciare ad agire? E se i risultati fossero negativi, non si corre il rischio di sprofondare nello sconforto? Di conseguenza, come fare a scegliere degli obiettivi che mi consentano di avere successo? Infine, se è proprio la forza di volontà a mancare, come fare per mettere in moto il circolo virtuoso?

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