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Quando il desiderio sessuale viene a mancare, può accadere che i presupposti stessi della coppia vengano messi in discussione. I partner possono pensare che non ci sia più amore, con la conseguente sofferenza che da questa considerazione può derivare.

Come terapeuta di coppia, incontro le coppie quando il problema persiste da molto tempo, inizialmente trascurato, poi percepito chiaramente come una minaccia alla stabilità della relazione e fonte di profonda sofferenza. Spesso si tratta di persone che dichiarano di amarsi ancora, di avere interessi comuni, di essere intimamente vicini. ma di non provare più la tensione erotica che li aveva fatti sentire in estasi, in balia dei sensi e sempre pronti a perdere il controllo tra le braccia dell’altro.

Quando il desiderio inizia a diminuire, i partner possono dare per scontato che il tempo sia la causa di quanto sta avvenendo, e che dopo tanto tempo insieme alla stessa persona sia naturale aver meno voglia di fare l’amore. In altri casi, eventi irrisolti della vita di coppia minano la necessaria tranquillità necessaria per potersi abbandonare al piacere erotico.

La nascita dei figli, un tradimento venuto alla luce, conflitti riguardanti le famiglie di origine o contrasti sull’organizzazione familiare sono motivazioni plausibili per non sentirsi attratti dal partner e appare scontato che la loro risoluzione sia fondamentale per poter sperimentare nuovamente il piacere sessuale.

Quanto detto sinora potrebbe far pensare al calo del desiderio sessuale come effetto della discordia, dei problemi imposti dalla vita quotidiana o come ineluttabile frutto della vita di coppia e del passare del tempo. L’esperienza di terapeuta della coppia mi porta a ridefinire la questione in altri termini: il bisogno di sicurezza affettiva porta gli individui a costruire una forma di intimità fusionale che, col tempo entra in conflitto con lo spazio di mistero necessario all’emergere del desiderio sessuale. La tensione erotica nasce dalla separatezza dei partner, la quale consente di agire, sotto le lenzuola, insieme a carezze e tenerezze, comportamenti aggressivi, dinamiche di potere e istintualità priva di controllo, pura ricerca di un piacere che per sua natura è egoistico.

Quando i partner sono così vicini da diventare uno, l’attenzione all’altro, al suo benessere, al suo piacere e l’intento di evitargli la sofferenza, diventano un ostacolo all’esperienza del desiderio, alla ricerca propria del piacere, all’abbandono senza controllo alla passione. È necessario ora chiedersi se sia possibile provare eccitazione, attesa e desiderio con la stessa persona dalla quale ci aspettiamo sicurezza, stabilità, protezione e conforto. Rischio e sicurezza non sembrano conciliabili, come anche mistero e familiarità, ignoto e conosciuto. Tenere insieme questi elementi rappresenta però la soluzione che cerchiamo, per vivere una relazione lunga e sufficientemente sicura, ma allo stesso tempo stimolante, misteriosa, sessualmente ricca e appagante, gioiosa e divertente.

Divenire adulti, uomini e donne non più bambini, maturi e responsabili, non significa escludere il piacere dall’esistenza. L’entusiasmo dei primi incontri non deve essere necessariamente sostituito dalla cura dei figli, dalla responsabilità professionale, dalle preoccupazioni economiche, dimenticando le ragioni che ci hanno fatto scegliere la persona che ci accompagna nella vita: passione, sesso, divertimento, curiosità, speranza, desiderio e voglia di rendere eterna l’estasi. Quando le persone si conoscono fanno di tutto per ridurre gli spazi di mistero, per conoscersi in modo approfondito, per sapere tutto dell’altro, in modo da sentirsi intimi, uniti, ognuno parte dell’altro. Nelle prime fasi della relazione, la distanza necessaria alla tensione erotica è presente e garantita dalla mancanza di conoscenza che stimola la curiosità, l’incertezza, la voglia di scoprire cosa l’altro può offrire. Ridurre le distanze al punto di annullarle, elimina però quello spazio tra gli amanti necessario a far nascere il desiderio. Il desiderio sessuale è desiderio di scoperta dell’ignoto; far coincidere l’amore con la conoscenza totale dell’altro e con l’annullamento di ogni spazio di possibile scoperta, coincide con l’eliminazione di quell’interstizio indispensabile per desiderare e avere qualcosa da scoprire.

Il mio lavoro consiste anche nel valorizzare, agli occhi dei partner,  la distanza e le differenze, la necessità di conoscersi e il pericolo che si nasconde quando la conoscenza diviene fusione. Se l’altro ha uno spazio a me misterioso, sarà più probabile sentirmi attratto e interessato a scoprire, e questo si manifesta, non solo come curiosità intellettuale, ma anche come tensione erotica. Può apparire paradossale, ma l’amore eccessivamente intimo, privo di segreti e di mistero, si trasforma nella tomba di se stesso, alienando la sessualità in favore di un senso di sicurezza che toglie curiosità e desiderio. Accettare e stimolare i partner ad avere iniziative e spazi propri non è sempre facile, ma sta proprio in questa piccola ma indispensabile distanza il segreto di una lunga e gratificante vita di coppia anche dal punto di vista sessuale.

L’esploratore trova la sua motivazione nel mistero offerto dai luoghi dei viaggi. Attraversare la vita insieme e in modo gratificante, implica l’adozione dell’atteggiamento dell’esploratore. Curiosità, accettazione del rischio insito nella non conoscenza,  convivenza con il timore dell’ignoto, stupore infantile di fronte alla scoperta, preferenza per un nuovo rischioso, in alternativa al conosciuto noioso.