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Quando la coppia è in crisi, o comincia a scricchiolare, la mente si affolla di fantasie su cosa fa soffrire, cosa manca, quali aspetti della relazione rimangono insoddisfatti, e scatta il confronto con le coppie di amici che appaiono felici e affettuosi tra di loro, quanto si starebbe meglio da soli o su quanto, al contrario, spaventerebbe la solitudine.

Cosa siete disposti a fare, dire, pensare e accettare, per vivere una relazione gratificante?

Siete consapevoli del fatto che una relazione va coltivata ogni giorno con gentilezza, sensibilità, affetto, attenzione e disponibilità?

Avrei potuto dire “con Amore“, ma questo non avrebbe descritto gli atteggiamenti e i comportamenti che ogni mattina si deve essere disposti a mettere in atto nei confronti del/della partner. La serenità che la coppia è in grado di offrire  è il frutto dell’impegno quotidiano e della consapevolezza del diritto di ognuno ad essere se stesso, nel rispetto dell’altro. Egoismo, rancore, rimuginio, desiderio di rivincita, competizione e disprezzo conducono a infelicità certa.

Che impegno possiamo assumere per essere felici?

A quali parti di noi possiamo, e siamo disposti a rinunciare, in nome della coppia?

Ogni coppia, triade o comunità più ampia, implicano una minore libertà individuale e una minore affermazione della propria identità personale, in nome del benessere comune. Se non si accettano questi presupposti, la coppia diventa un ambiente percepito come limitante la possibilità di essere se stessi. Vincolarsi consapevolmente non significa, però, perdersi totalmente. Ogni membro deve mantenere le proprie caratteristiche e trovare spazi idonei a riconoscersi.

Come mantenere, dunque, una propria e riconoscibile identità e, al contempo, inserirsi nel nuovo contesto collettivo?

Questa è una capacità e, allo stesso tempo, una scelta individuale che consentono di rimanere in un equilibrio sufficientemente stabile e sostenibile tra istanze di libertà e bisogno di appartenenza. Questi due aspetti convivono in ciascuno e vanno riconosciuti come coesistenti e non escludenti reciprocamente. Riconosciamo quindi, che ci si può sentire liberi e felici, se scegliamo consapevolmente quali regole, quali confini e quali regole morali rispettare.