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«[…] Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore». (Pasolini P. P, 1975)

Il divario tra atteggiamenti, ovvero ciò che si dice, pensa o rappresenta della sessualità, e comportamenti agiti, vale a dire la sessualità realmente consumata è una realtà per molte persone. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, nel sesso e in altri ambiti della vita. Uno sforzo della memoria ci consente di recuperare frammenti del nostro desiderio adolescenziale di apparire emancipati, capaci, esperti e desiderati dai pari età. Risulta quindi evidente la necessità di avere un’immagine sociale positiva, sia dal punto di vista delle competenze e  delle prestazioni sessuali, che delle capacità relazionali.

Oggi i giovani vengono spinti ad assumere atteggiamenti e comportamenti erotizzati in età sempre più precoce, e con l’idea che il corpo e la sessualità siano strumenti spendibili per il proprio successo sociale e la costruzione della propria identità. Il bisogno di apparire esperti, competenti e abili per essere desiderabili socialmente,  spinge i giovani a osare più di quanto la loro maturità emotiva e cognitiva consentirebbe loro.

La sessualità, dunque, oltre che un fatto intimo e privato, è uno strumento attraverso il quale le persone entrano in relazione tra loro. Forse, però, le cose stanno cambiando. Infatti,  in una ricerca apparsa sulla Rivista di sessuologia clinica nel 2014, Luca Toschi e Alessandra Ojetti concludono che l’individuo sessualmente incontinente stia perdendo forza a favore di “nuove normalità” socialmente condizionate e normativamente eterodirette. Cambia il rapporto dei giovani nei confronti della sessualità. Emerge il bisogno di sottrarsi a dolorose forzature, e scegliere di affrontare il sesso quando si è pronti, e non quando serve per apparire desiderabili. I giovani dichiarano di fare più di quanto facciano realmente e si rappresentano molto più spregiudicati di quanto lo siano davvero. Quando possono esprimersi liberamente, e senza paura di essere giudicati, dichiarano di desiderare rapporti affettivi stabili, il grande amore per intendersi.

Fare più esperienze sessuali ha una sua utilità e una sua piacevolezza, ma non può trovare la sua motivazione nella necessità di essere accettati o nel bisogno compulsivo di consumare. Sembra che una nuova consapevolezza si stia formando e, al fianco della grande libertà sessuale alla quale stiamo assistendo e della quale stiamo godendo, si affianchi una sempre maggiore capacità di scelta dei comportamenti sessuale, libera dal giudizio esterno.